I FATEBENEFRATELLI

Nascita e vicende dell'Ordine Ospedaliero dei Fatebenefratelli

Un ritratto di San Giovanni di Dio, fondatore dell’Ordine

La melagrana, simbolo dell’Ordine dei Fatebenefratelli, è’ anche lo stemma dell’antica città di Granada, nell’Andalusia, dove visse e operò sino alla morte San Giovanni di Dio, fondatore dell’Ordine Ospedaliero dei Fatebenefratelli.

La sua fu una vita avventurosa, trascorsa tra il Portogallo, la Spagna, l’Austria e l’Africa, prima come custode di un gregge, poi come soldato dell’esercito di Carlo V, infine come manovale e libraio ambulante.

L’approdo alla conversione fu per lui una predica di San Giovanni d’Avila, che nel 1538 ascoltò predicare nel Romitorio dei Martiri di Granada. Da quel giorno Giovanni si gettò con tale fervore nella denuncia dei propri peccati, nelle penitenze ed umiliazioni in pubblico, che venne preso per pazzo e rinchiuso nell’Ospedale Reale. Qui prese coscienza della misera condizione dei malati di mente e dei feroci metodi di cura che a quel tempo venivano loro somministrati, tanto che decise di dedicare il resto della sua vita ai poveri e agli infermi.

Prima cominciò a raccogliere i poveri, in cerca di un riparo per la notte, nell’atrio di un palazzo nobiliare, poi aprì un minuscolo ospedale in un edificio in Via “Calle Lucena”, preso in affitto con l’aiuto di alcuni generosi benefattori. Agli inizi del 1547 riuscì a trasferire l’ospedale in un fabbricato assai più ampio, sito nella salita Gomelez, dove poté predisporre ambienti separati per i vecchi abbandonati, per le persone di transito e per i vari tipi di ammalati: era una vera innovazione per quei tempi, tanto poi che il Lombroso l’avrebbe definito per questo motivo “il’creatore dell’Ospedale moderno”.

In quegli stessi primi mesi del 1547 l’iniziativa sua e dei suoi discepoli ricevette un primo importante riconoscimento dal vescovo Michele Muñoz, che suggerì al Santo di aggiungere al proprio nome la qualifica “di Dio” e d’indossare un abito che lo distinguesse come persona consacrata a Dio.

Tra gli episodi della sua vita, celebre è quello dell’incendio dell’Ospedale Reale di Granada, che non si riusciva a domare (3 luglio 1549). Giovanni di Dio vi accorse, si gettò in mezzo alle fiamme e da solo portò in salvo i malati, rimanendo illeso. E in ricordo di questo episodio che i pompieri di Firenze, Madrid e varie altre città venerano il Santo come loro speciale Patrono.

Morì a seguito da un’estrema testimonianza di carità essendosi gettato nella acque gelide del torrente Génil per salvare un ragazzo che stata annegando.

Morì in ginocchio, all’alba dell’8 marzo1550, dopo avere ricevuto i Sacramenti dall’Arcivescovo di Granada, implorando: “Gesù, Gesù, nelle tue meni raccomando l’anima mia.”

Di lui non restano lunghi trattati di spiritualità (ha lasciato solo sei lettere), ma ha saputo offrirci una lezione di vita dalla spiritualità quanto mai spiccata, equamente divisa tra operosità e contemplazione, tra misericordia e apostolato, illuminata dall’amore di Dio e da quello del prossimo, due passioni che trasmise ai discepoli e alla fondazione.

Nella schiera dei Fatebenefratelli che da quattro secoli e mezzo perpetuano la dedizione del Fondatore verso i malati ed i poveri, molti hanno raggiunto la vetta della santità, altri sono già Beati e in attesa della canonizzazione e per svariati di loro è l’iter canonico verso il processo di Beatificazione.

Nella schiera dei Fatebenefratelli che da quattro secoli e mezzo perpetuano la dedizione del Fondatore verso i malati ed i poveri, molti hanno raggiunto la vetta della santità e per svariati di loro è stato iniziato il Processo di Beatificazione: si tratta di una procedura giustamente complessa e che richiede perciò tempi assai lunghi, ma per 74 Fatebenefratelli essa ha già avuto un felice epilogo e merita perciò farne cenno.

A parte il folto gruppo dei martiri, le tre figure più note, oltre al Fondatore, sono quelle di San Riccardo Pampuri, di San Giovanni Grande e di San Benedetto Menni: un terzetto ben assortito, che abbraccia i tre ruoli principali del Fatebenefratelli, giacché il primo fu un medico, il secondo un infermiere e il terzo un sacerdote.

 

SAN GIOVANNI DI DIO 

La santità del Fondatore dei Fatebenefratelli è stata riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa, fin dal 1630, quando venne proclamato Beato. La festa liturgica fu fissata l’8 marzo, giorno della sua nascita al Cielo. Nel 1690 Alessandro VIII lo proclamò Santo. Lui e San Camillo de Lellis furono poi prescelti nel 1886 come Patroni degli Ospedali e dei malati e nel 1930 anche come Patroni degli operatori sanitari.

 

SAN RICCARDO PAMPURI

Nacque nel 1897 a Trivolzio, un paesino a 12 Km da Pavia. Laureatosi in medicina nel 1921, lavorò per sei anni come medico condotto a Morimondo (Milano).

Nel 1927, desiderando consacrarsi ai malati in maniera più completa e totale, entrò a Brescia nel Noviziato dei Fatebenefratelli e vi emise la Professione Religiosa il 24 ottobre 1928. Gli venne affidato il Gabinetto Dentistico e la gente accorreva a lui non solo per la competenza professionale, ma per il garbo e l’amore con cui avvicinava i pazienti.

Purtroppo nella primavera del 1929 la sua salute cominciò a vacillare, minata da una malattia allora inguaribile: la tubercolosi. Dopo un susseguirsi di miglioramenti e di ricadute, il 18 aprile 1930 fu trasferito nell’Ospedale che i Fatebenefratelli hanno a Milano dove morì la sera del primo maggio, giorno in cui si celebra la festa liturgica da quando fu proclamato Beato nel 1981. Fu iscritto tra i Santi nel 1989.

Come ben ebbe a sottolineare il Papa: “la vita breve ma intensa di fra Riccardo Pampuri è uno sprone per tutto il popolo di Dio, ma specialmente per i medici. Ai suoi colleghi egli rivolge un appello, affinché svolgano con impegno la loro delicata arte, animandola con gli ideali cristiani, umani, professionali, perché sia una autentica missione di servizio sociale, di carità fraterna, di vera promozione umana”.

 

SAN GIOVANNI GRANDE

Fu il primo Fatebenefratello, dopo S. Giovanni di Dio, ad essere proclamato Beato nel 1853.

Era nato a Carmona (Spagna) nel 1546 e da giovane, dopo una breve esperienza eremitica nella quale maturò la decisione di dedicarsi al servizio del prossimo, decise di trasferirsi a Jerez de la Frontera e cominciò con l’assistenza ai carcerati. Ma presto focalizzò il suo interesse nel settore sanitario e gli venne affidata un’infermeria per i malati rifiutati dagli ospedali.

Ben presto gli si affiancarono dei discepoli e verso il 1574 egli decise di fondere il suo gruppo con quello sorto a Granada per iniziativa di San Giovanni di Dio.

Vestito l’abito dei Fatebenefratelli, egli continuò a prodigarsi nella città andalusa di Jerez de la Frontera, dove nel 1589 ebbe anche l’incarico dalle autorità locali di riorganizzare l’intera rete ospedaliera della città. Si trattava di un progetto assolutamente d’avanguardia per il tempo che molte nazioni avrebbero realizzato solo dopo molti secoli dalla sua morte.

Morì assistendo gli appestati il 3 giugno 1600. E’ stato canonizzato da San Giovanni Paolo II il 2 giugno 1996.

 

SAN BENEDETTO MENNI

San Benedetto Menni, nato nel 1841 a Milano dove prese l’abito dei Fatebenefratelli nel 1860, fu ordinato sacerdote a Roma nel 1866. Il Superiore generale del tempo, p. Alfieri, lo inviò in Spagna incaricandolo di far rinascere l’Ordine in quel Paese dove era stato soppresso in seguito alla legge emanata nel 1835.

Dopo lunghe vicissitudini, spesso drammatiche, egli non solo riuscì a reclutare nuove vocazioni, ma fondò tra Spagna, Portogallo e Messico ben 22 Ospedali per ogni specie di infermi, soprattutto dementi e fanciulli storpi, che erano le categorie allora più trascurate dall’assistenza pubblica.

Oltre ad essere il restauratore delle Province spagnola, portoghese e messicana dei Fatebenefratelli, fu fondatore delle Suore Ospedaliere del Sacro Cuore di Gesù, presenti oggi in 26 nazioni con oltre un centinaio di comunità. P. Benedetto Menni morì a Dinan (Francia), nel 1914: era il 24 aprile e tale data fu poi scelta come sua festa liturgica quando fu beatificato nel 1985. E’ stato canonizzato dal San Giovanni Paolo II il 21 novembre 1999.

 

I BEATI MARTIRI DELLA GUERRA CIVILE SPAGNOLA

Nell’Albo d’oro dell’Ordine sono elencati martiri in Belgio, Polonia, Colombia, Cile, Brasile, Filippine, ma soprattutto in Spagna, dove durante la guerra civile del 1936 ben 98 Fatebenefratelli furono uccisi in odio alla fede; 94 di questi il Papa ha deciso di proclamarli Beati in San Pietro il 25 ottobre 1992.

Tra questi Beati ne ricordiamo qui solo uno perché visse per ben dieci anni nella Provincia Romana, dove ricoprì gli incarichi dapprima di maestro dei Novizi e poi di Priore di Frascati: fra Guglielmo Llop. Egli nacque in Spagna nel 1880 ed a 18 anni prese l’abito dei Fatebenefratelli. Restò nella Provincia Romana dal 1912 al 1922, distinguendosi particolarmente nell’assistenza ai feriti della Grande Guerra. Tornato in Spagna, fu arrestato e fucilato il 28 novembre 1936 e le sue ultime parole furono di perdono per i suoi uccisori.

OPERE GESTITE NEL MONDO

Istituti psichiatrici 62

Ospedali generali 48

Istituti di riabilitazione 20

Istituti geriatrici 15

Amb. e Day Hospital 10

Ospedali pediatrici 9

Chirurgia generale 6

Formazione 4

Case di soggiorno 4

Asili notturni 4

Scuole per audiolesi 1

Parrocchie 1

Aiuto al lavoratore 1

Centro studi ospedalieri 1

Istituto balneo-terapico 1

Clinica ostetrica 1

Farmacia internazionale 1

Sanatori tubercolari 2

Istituti ortopedici 3

PROVINCIA ROMANA

ROMA Ospedale San Pietro

GENZANO Istituto S. Giovanni di Dio

BENEVENTO Ospedale Sacro Cuore di Gesù

NAPOLI Ospedale Buon Consiglio

PALERMO Ospedale Buccheri La Ferla