Diabete parliamone …. Parliamoci. Integrazione ospedale e territorio Congresso all’ospedale Buccheri La Ferla Fatebenefratelli

Diabete parliamone …. Parliamoci. Integrazione ospedale e territorio Congresso all’ospedale Buccheri La Ferla Fatebenefratelli

Giorno 29 (inizio ore 9,00) e 30 settembre i diabetologi italiani si incontreranno nell’aula polifunzionale dell’Ospedale Buccheri La Ferla Fatebenefratelli per seguire i lavori del congresso giunto alla 5° edizione, organizzato dal responsabile del servizio di diabetologia dello stesso Ospedale, dott. Mario Rizzo, dal titolo “Diabete parliamone…parliamoci, dalla clinica alla terapia”.

Il servizio di diabetologia opera all’interno dell’unità operativa complessa di Medicina del nosocomio di via Messina Marine 197, diretta dal dott. Fabio Cartabellota.

Porteranno i saluti il sindaco di Palermo prof. Roberto Lagalla, il direttore sanitario dell’Ospedale Buccheri La Ferla dottor Dario Vinci e il Superiore dell’ Ospedale fra Gianmarco Languez. Si tratta di un progetto educazionale per rendere più efficace la gestione assistenziale del paziente affetto da diabete mellito di tipo 2.

L’International Diabetes Federation (IDF) ha stimato che nel 2019 nel mondo erano circa 463 milioni gli adulti (20-79 anni) diabetici e che nel 2045 saliranno a 700 milioni.
Cresce soprattutto il diabete tipo 2 ma aumenta anche il tipo 1. I 2/3 delle persone con diabete vivono in aree urbane e 3 su 4 sono in età lavorativa. L’IDF stima anche che più di 4 milioni di persone con un’età tra 20 e 79 anni sono morte per cause connesse al diabete nel 2019. In Italia, i dati di fonti diverse (Annali AMD ,, ISTAT , Associazione Ricerca e Diabete, SID,ARNO) calcolano circa 5 milioni di persone con diabete (prevalenza 6,2-7%) con 1 persona ogni 6 se si considera la fascia d’età superiore ai 65 anni.

Circa 1.5-2 milioni di persone non sa di avere il diabete e 5 milioni di persone sono ad alto rischio di sviluppare la malattia diabetica.

Il diabete è la prima causa di cecità in età lavorativa e di amputazione non traumatica degli arti inferiori, la seconda causa di insufficienza renale terminale con necessità di dialisi o trapianto, e una concausa di metà degli infarti e degli ictus. Questi numeri confermano il fortissimo impatto sociale, economico e sanitario del diabete che, peraltro, si evidenzia ancora di più in condizioni di diseguaglianza sociale ed economica, sia rispetto alla malattia che alle sue complicanze.

L’obiettivo primario dell’incontro – spiega il dott. Mario Rizzo è quello di affrontare e discutere i temi chiave della cronicità di una malattia sistemica cronica progressiva ed invalidante  e dei possibili scenari assistenziali che si stanno delineando proprio in questo periodo: approccio alle complicanze uso di farmaci e tecnologie innovativi, modelli organizzativi, inerzia terapeutica, valorizzazione delle competenze del medico, alleanze interdisciplinari e molto altro ancora. Le terapie innovative, in particolare nel campo del diabete mellito tipo 2 e quelle tecnologiche che riguardano soprattutto il diabete tipo 1 sono destinate a mutare lo scenario epidemiologico se i clinici e i diabetologi in particolare saranno in grado di promuovere il cambiamento. La diabetologia è stata da sempre clinica ma oggi lo è ancor di più. Tutti gli attori che assistono le persone affette da diabete devono confrontarsi con la complessità clinica e assistenziale, mettendo realmente al centro i bisogni di salute della persona, sapendo controllare situazioni specifiche, come l’età , le comorbidità le attese di vita e tutti i fattori di rischio cerebro cardiovascolari.

Questo congresso si propone di fare il punto su tutti gli aspetti relativi alla complessità e all’innovazione terapeutica e tecnologica, senza dimenticare l’importanza dell’integrazione ospedale e territorio.